Ma in quanti, tra i romani, usano gli "indicatori di direzione" (le frecce) per indicare gli spostamenti, le uscite dai parcheggi, le svolte, i cambi di corsia, etc.?
Se rispetto tanti anni fa la cosa è leggermente migliorata per le svolte agli incroci, l'indifferenza è rimasta per gli altri usi. I cambi di corsia sono quasi mai segnalati (ed oggi la maggior parte dei veicoli ha una funzione che consente di fare giusto tre "lampeggi" alle freccie proprio per stimolarne l'uso facilitato). Non parliamo poi delle uscite dai parcheggi, specialmente quelli trasversali. Infatti, quando si parcheggia in genere si è costretti ad uscire in retromarcia. Anche lì, codice della strada e interpretazioni giudiziali alla mano, sarebbe d'obbligo azionare l'indicatore di direzione nel verso in cui la curvatura del veicolo farà uscire il retro del veicolo (è più facile a farsi che a dirsi). Sulle rotonde invece stendiamo proprio un velo pietoso. Non lo fa nessuno. In Italia l'abbiamo visto fare solo in Alto Adige poiché nei cartelli della rotatoria viene ricordato di farlo.
Qualcuno avrà mai multato i romani per non aver azionato tali indicatori? Cosa si può fare per indurre il romano indisciplinato ad azionare le frecce? Una bella (ma cafona) strombazzata a chi non le usa e magari ci taglia la strada?
1 commento:
Per questo motivo ho subito un incidente con la mia moto, per lavoro sto tutto il giorno per strada e di autisti indisciplinati ne vedo a flotte.
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