Dal Tempo.it
La terra dei cachi. Era il titolo di una canzone «sanremese» di Elio e le storie tese che ironizzava ferocemente sull'abusivismo italico. Un sarcasmo giustificato dalla realtà quotidiana, quella che ci si presenta sotto gli occhi quando giriamo per le nostre città. Tanto realistico da far pensare, a volte, che anche le leggi siano abusive. E per questo non vengono rispettate. Un esempio è la stakanovistica pervicacia dei posteggiatori che si guadagnano da vivere estorcendo denaro ai frequentatori della festa dell'Unità in corso alle Terme di Caracalla. Cinque giorni fa gli uomini del Gruppo intervento traffico diretti da Carlo Buttarelli ne hanno pizzicati e denunciati 17 (52 in tutta la città) che pretendevano da due ai tre euro per «consentire» agli automobilisti di parcheggiare le loro vetture. Era ragionevole pensare che avrebbero perlomeno cambiato «piazza».
Neanche per sogno. Ieri alcuni di loro erano di nuovo a Caracalla, mani tese e lingue svelte, ma nessuna autorizzazione. Tanto che in serata i vigili urbani del primo Gruppo coordinati da Cesarino Caioni ne hanno beccati sette davanti alla Festa e altrettanti nel resto del centro storico. Come mai la denuncia non ha fatto da deterrente? Semplice. La punizione è rappresentata da una multa. Salata, è vero. Pari, tuttavia, a quanto un posteggiatore «regolarmente» abusivo guadagna in una settimana scarsa di lavoro. «È un fenomeno che incide molto sulla sicurezza pubblica e dovrebbe essere punito penalmente - suggerisce il comandante Buttarelli - Si potrebbe revocare il permesso di soggiorno a chi ce l'ha, per esempio. È una proposta avanzata più volte. Ma non c'è la volontà di farlo...». Forse perché nel Paese dei cachi una legge così sarebbe dichiarata subito abusiva.
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La buona notizia è che il GIT si è accorto dello schifo totale intorno alla "festa democratica". La cattiva notizia è che praticamente tutto rimane com'è a causa di un ordinamento da repubblica delle banane. La proposta di Buttarelli ci sembra sensata, ma risolverebbe solo in parte il problema poiché gran parte di questi aguzzini ha persino la cittadinanza italiana (di nascita o ottenuta). Per non parlare dei clandestini (che grazie al cielo la Corte Costituzionale ha confermato la validità del reato di clandestinità).
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