lunedì 30 gennaio 2012

Le infrazioni davanti Palazzo Chigi - terza puntata

Poteva mancare nel nostro racconto il più celebre degli scempi? Il varco non presidiato di quello che fu il primo itinerario protetto (strada verde, come la chiamava qualcuno) di Roma? Inutile dire che basterebbero un paio di telecamere a via del corso, e gli accessi abusivi si fermerebbero immediatamente.
Senza contare la scelta estetica che ha portato a pensare alla transenna come soluzione provvisoria d'arredo urbano. Da provvisoria è divenuta ormai perenne da non sappiamo quanti anni.


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martedì 24 gennaio 2012

Lettera al ministro Cancellieri dai blog antidegrado romani


Roma, 23 gennaio 2011

Alla cortese attenzione del
- Ministro dell’Interno, On. Annamaria Cancellieri – (inviata tramite Segreteria del Ministro)
caposegreteria.ministro@interno.it
e per conoscenza all’attenzione di
- Sindaco di Roma Capitale, On. Gianni Alemanno - sindaco@comune.roma.it
- Prefetto di Roma, dott. Giuseppe Pecoraro – (inviata tramite U.R.P.)
protocollo.prefrm@pec.interno.it
- Vicesindaco di Roma Capitale con delega al coordinamento generale degli interventi in
materia di politiche sociali della sicurezza, On. Sveva Belviso -
sveva.belviso@comune.roma.it
- Consigliere di Roma Capitale con delega alle politiche della Sicurezza, On. Giuseppe
Ciardi
- (inviata tramite U.R.P.) mobilita@comune.roma.it

Egregio Ministro Cancellieri,

a scriverLe sono alcuni blog che da diversi anni combattono - in maniera attiva sul territorio
- molte forme di degrado e illegalità che colpiscono la città di Roma. A seguito del tragico doppio
omicidio avvenuto poche settimane fa nel quartiere di Torpignattara, Lei ha rilasciato una
dichiarazione (“lo Stato è presente e lo dimostrerà”) che non può non trovare il nostro pieno
sostegno.
Ma non solo di “Stato” si dovrebbe parlare, bensì di “Istituzioni”. Se spesso si tende ad accusare le
istituzioni statali, occorrerebbe, al contrario, osservare le responsabilità delle amministrazioni
comunali. Queste, hanno sì - come si è affrettata a precisare la vicesindaco Belviso - compiti
puramente amministrativi ma possono, volendo, evitare di creare le precondizioni affinché si generi
la violenza, attraverso un attivo controllo del territorio e imponendo regole e facendole rispettare.
Roma soffre da anni un deficit di legalità che genera quella estesa area di assenza di regole dove la
criminalità può muoversi con l'aggressività e la facilità che possiamo notare ormai con frequenza
quotidiana. Lo hanno rilevato anche qualificati osservatori. Il professor De Masi, in una intervista,
ci ha spiegato che la nuova malavita romana prende avvio da una assenza di controllo del territorio.
Il Cnel, in una recente ricerca, ci ha raccontato che la comunità cinese - nei cui commerci al limite
della legalità questo terribile omicidio ha avuto luogo - si è stabilita a Roma perché lo stesso
Governo di Pechino, nel pianificare negli anni Novanta l'operazione emigratoria, vide nella città un
caso di “soft government” (governo debole) incapace di presidiare, volutamente assente.

Questa vastissima “zona grigia”, si palesa in una serie di ambiti che, messi insieme, generano quella
che chiamiamo Economia del Degrado. Un vero e proprio sistema economico che fa girare una
enorme mole di denaro e che fa di Roma un humus ideale per la crescita di macro e micro
criminalità.
Le elenchiamo una serie di criticità per farLe comprendere – con il massimo della sintesi possibile -
alcuni ambiti di questa Economia del Degrado che vive, lo ripetiamo, violando leggi e norme
nazionali e locali:

- Venditori abusivi: a Roma si contano ogni giorno migliaia di venditori abusivi pronti a offrire
qualsiasi prodotto in base al momento della giornata e alle necessità del “mercato”: dagli alcolici
alle borse contraffatte, passando per gli ombrelli al giungere del primo accenno di pioggia. Dietro
questo mercato si celano enormi interessi e gli immigrati sono trasformati quotidianamente in
pedine della criminalità che hanno trasformato la Capitale Eterna in una “Villa Literno”
metropolitana, sotto gli occhi indifferenti di tutti, classe politica inclusa.

- Commercio ambulante: anche qui purtroppo non si tratta di una banale scelta commerciale,
bensì di un odioso racket che vede pochissime famiglie detenere le licenze per bancarelle (che
vendono anche oggetti contraffatti), venditori di caldarroste, camion-bar nel numero di quasi
diecimila in tutta la città. Quasi sempre, queste attività sono collocate su marciapiede,
attraversamenti pedonali, percorsi tattili, scivoli per portatori di handicap, pensiline dei bus –
rubando l’ennesimo spazio di vivibilità ai cittadini.

- Cartelloni pubblicitari: a Roma esistono più di 400 ditte autorizzate a installare cartelloni sul
territorio cittadino. Sul numero complessivo di questi impianti le cifre sono discordanti, la verità è
che la gran parte, sebbene regolarmente autorizzati dal Comune, sono installati nel disprezzo del
codice della strada e dei vincoli archeologici e paesaggistici. Lo stesso Sindaco Alemanno ha
recentemente parlato di "mafia dei cartelloni abusivi". Ci sono stati morti, manifestazioni, raccolte
di firme, sono partite inchieste ma, purtroppo, rispetto allo drammaticità della situazione, la risposta
del Comune è stata sempre – secondo noi – insufficiente.

- Codice della Strada: la nostra città è il regno dell'anarchia per quanto riguarda il mancato rispetto
del Codice della Strada. Crediamo che ritornare a fare rispettare le regole sulle nostre strade, a
partire dal divieto di sosta, sia il primo passo per porre un serio controllo del territorio. Viceversa la
sensazione che si dà è quella di lassismo, anarchia, vittoria su tutta la linea della violenza e della
prepotenza. Riceviamo e siamo noi stessi testimoni di pedoni aggrediti verbalmente e fisicamente
quando attraversano sulle strisce, portatori di handicap bloccati dentro casa perché il mondo esterno
è un muro di lamiere, bambini che vivono una vera e propria sindrome di “fobia del traffico”,
ciclisti morti nelle centralissime vie di Roma a causa di incidenti stradali. Il nostro sogno e
desiderio è restituire la città a queste persone.

- Parcheggiatori abusivi: purtroppo oramai ogni area cittadina è il regno dei parcheggiatori
abusivi. Violenti e minacciosi, sono capaci di una aggressività inusitata con le donne sole.

- Affissioni abusive: Roma è vittima di un fenomeno unico. Tutti i muri della città, dal centro
storico alla periferia, sono costantemente ricoperti di affissioni di manifesti illegali ad opera dei
partiti cittadini che si “parlano” imbrattando gli spazi pubblici. Un paradosso incredibile che
alimenta un racket di attacchini violenti e che abbrutisce la città. Come Lei ben sa, i partiti politici
anche quest’anno si sono auto-condonati le rilevanti sanzioni a loro comminate in cambio di una
somma ridicola. Soldi preziosi levati alle casse dello Stato.

- Autopromozioni abusive: le pareti, i pali, le pensiline, i cassonetti, praticamente ogni superficie
cittadina è diventata spazio disponibile per qualunque forma di autopromozione. Dagli agenti
immobiliari sino agli svuotacantine, tutti si sentono in diritto di usare il bene pubblico come spazio
espositivo. Anche qui si alimenta un mercato dell’illegalità che parte da chi è addetto a “tappezzare”
la città, sino agli intestatari delle utenze telefoniche di chi offre tali servizi. L’assessore
all’Ambiente Marco Visconti ha intrapreso una battaglia contro tale forma di devastante degrado
ma il problema è diventato così vasto ed endemico che crediamo che l’Assessore debba ricevere un
pieno supporto da parte dello Stato.

- Graffiti e scritte sui muri: ogni angolo di Roma è ormai invaso da graffiti e scritte sui muri, dalla
periferia al centro storico. Nulla sembra risparmiato, nemmeno monumenti e chiese. Di fronte a
questo fenomeno di diffuso malcostume ed illegalità ci siamo trovati totalmente impreparati, non
riuscendo a dare una risposta adeguata e sistematica per contrastarlo.
Crediamo, dunque, che tutte la Forze dell’Ordine debbano intervenire comunemente in maniera
coordinata per sconfiggere tutte le forme di illegalità che colpiscono la nostra città. Solo con un
intervento interforze si potrà cominciare a dipanare la ampia zona grigia di illegalità di cui Roma è
vittima da troppo tempo.

Ministro, Lei conoscerà senz’altro la Teoria delle Finestre Rotte. E' la tecnica con cui è stata
sconfitta, a New York, una violenza simile a quella che si sta generando a Roma negli ultimi anni.
Vent'anni fa a New York il sindaco Giuliani comprese che, per sconfiggere il grande crimine,
occorreva fare in modo che questo si sentisse a disagio in una città che, dunque, andava ripulita e
resa rispettosa delle regole. Per dimezzare il numero esorbitante di omicidi, a New York, si partì
colpendo chi era uso non pagare il biglietto della metropolitana evadendolo. Perché la violenza
germoglia dall'anarchia, dal degrado, dal lassismo e dalla connivenza. Tutti ingredienti che a Roma,
purtroppo, abbondano. Forse, bisognerebbe semplicemente partire da lì – dal basilare rispetto delle
regole - e il resto (il controllo del territorio “vero”) verrà da sé.
Siamo, ovviamente, a sua disposizione per ogni eventuale richiesta.

Le rivolgiamo i nostri più cordiali saluti e Le auguriamo – di cuore – buon lavoro.
- COORDINAMENTO DEI BLOG ANTIDEGRADO (www.cartellopoli.net ,
www.degradoesquilino.com , www.propuproma.com ,
http://riprendiamociroma.blogspot.com , www.romafaschifo.com )
- Malaroma - http://malaroma.blogspot.com
- Traffico Matto - http://trafficomatto.blogspot.com

sabato 21 gennaio 2012

Le infrazioni davanti Palazzo Chigi - seconda puntata

Dunque, riprendiamo il nostro viaggio delle infrazioni al CDS dinnanzi la presidenza del consiglio dei ministri. Siamo in via dei bergamaschi, angolo piazza Colonna. Come si evince dalla segnaletica, vige l'obbligo di svolta a sinistra con un paio di eccezioni (bus e veicoli diretti aree interne). Quanto è rispettato questo obbligo? Pochissimo. Non è raro vedere veicoli e motorini spuntare su via del corso da quella via. Veicoli che ovviamente non erano assolutamente diretti nelle aree interne, poiché non si sono fermati (dove si dovrebbero fermare poi visto che vige contemporaneamente il divieto di sosta? Ne deduciamo che è consentito solo il kiss&ride della fermata.



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giovedì 19 gennaio 2012

Le infrazioni davanti Palazzo Chigi - prima puntata

In questi giorni, tra tassisti in serrata e riforme varie tutti i telegiornali hanno dirette video da Palazzo Chigi. Ed è sconfortante vedere, oltre la sosta selvaggia, infrazioni comuni non represse dall'enorme quantità di vigili e forze dell'ordine.

Partiamo con via dei Sabini, strada a senso unico dove vige l'obbligo di svolta a destra (per favorire il TPL in una teorica pseudo corsia preferenziale). Un vero escamotage per transitare con il proprio veicolo o motorino in via del corso. Basterebbero un paio di telecamere nel mezzo di via del corso per arginare il fenomeno.


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martedì 17 gennaio 2012

ULTIM'ORA: Ma sono tassisti o ultras da stadio?


CLICCATE SULLA FOTO PER FAR PARTIRE IL VIDEO

A costo di trovarci una schiera di tassisti, anche onesti, che ci commenteranno e ci manderanno a quel paese pubblichiamo questo documento che è di una gravità inaudita. Abbiamo visto fare di peggio solo ad indignati, studenti e black block.
Se i tassisti si dissoceranno da questo scempio sarà forse possibile ristabilire la fiducia che ormai è compromessa.

lunedì 16 gennaio 2012

Semafori, automobilisti, ciclisti e polizia inerme

Vorrei condividere un piccolo racconto, successo ieri al semaforo di Via della Greca,  Via Santa Maria in Cosmedin. Io ero in bici (con luce, riflettori, ecc.). In fila accanto a me al semaforo rosso una macchina della Polizia Roma Capitale.  Scatta il verde, avanzo, ma sono costretto praticamente a cadere dalla bici perche' continuano a passare almeno 3 macchine con il rosso.  I vigili non hanno fatto NIENTE, neanche un'accenno di scrivere le targhe o fermare i colpevole. Ormai e' anarchia assoluta a Roma.

Tom
 
 
Traffico Matto esprime totale solidarietà all'amico Tom che ci racconta di questa vergogna scena. Ma ormai siamo talmente saturi di queste scene di anarchia che non sappiamo più che dire. Servono blitz continui, come quelli che sta facendo la guardia di finanza negli esercizi commerciali (prima lo facevano in silenzio, ora con l'eco mediatico forniscono ulteriore deterrente)

domenica 15 gennaio 2012

Racconti quotidiani della vita da disabile a Roma



Ciao, ti volevo segnalare questo video su yt, qui c'è una testimonanza di tutta la maleducazione e il non rispetto dell'automobilista medio romano.Anche se di fronte c'è un disabile.

Un saluto,
Riccardo 

Riceviamo e pubblichiamo con rabbia testimonianze come queste. Lo sdegno è profondo, il baratro sempre più vicino. Ma esisterà mai un apice dal quale poter riemergere?

sabato 14 gennaio 2012

Comunicare il numero unico taxi di Roma?


A mano ovviamente...Su uno dei tanti pannelli pubblicitari della stazione Termini (quando sono senza inserzioni diventano un'indegna bacheca abusiva). Benvenuti a Roma.

lunedì 9 gennaio 2012

Diritto di replica: Varese55 vuole dire la sua sulla liberalizzazione del servizio Taxi

Riceviamo e pubblichiamo

Sembra ,carissimo ,che Lei faccia dell’approfondimento sulla tematica taxi il solito
minestrone all’italiana , basato sui mal di pancia , impressioni personali , e interpreti
alla grande in versione digitalizzata il buon caro Don Abbondio .
A lei sfugge la Direttiva Comunitaria Bolkestein che nn obbliga liberalizzazioni
Lei nn cita le tabelle delle corse europee pubblicate da Repubblica , dalla Ubs (Unione
Banche Svizzere ) : dati inconfutabili che indicano che la tariffa taxi italiana e’ nei
valori medi europei .
Lei ,come del resto i suoi lettori , ignorate le dimensioni della citta’ di Roma : essa
e’ 10 volte + grande di Barcellona... dove la corsa + lunga e’ per l’aeroporto ,12 km ,
mentre a Roma ,per attraversarla ne occorrono 26 !
E il “supplemento traffico”  incide per il 40% della prestazione taxi .
Se poi si leggesse le tabelle dei ricavi del tassista ,si accorgerebbe che su ogni corsa
e’ il 30% .
Avrei da dirle tantissime altre cose  e inondarla di altro materiale : mi limito a segna-
larle il mio blog TAXI A ROMA http://blog.libero.it/55varese55/  dove con 1500 post
e tabelle suggeritele ,potra’ integrare a suo beneficio e a beneficio di chi improvvida-
mente la legge , le sue lacune sul servizio taxi .
Mi dia retta , incominci a dare un senso alla pluralita’ dell’informazione : scriva qualco-
sa contro gli interessi del Cda del CdS .
Grazie della cortese attenzione .


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Un unico appunto: ci sfugge quale siano gli interessi del CDA del Corriere in materia di traffico urbano.


giovedì 5 gennaio 2012

Sono soddisfazioni...


Abbiamo parlato talmente tante volte male della polizia di Roma Capitale, concausa di buona parte delle sciagure di questa città, che ci pare giusto annotare quella che si è rivelata una reazione inusuale alla segnalazione di un cittadino.

Eravamo per strada quando notiamo che un furgoncino di piccole dimensioni si appostava in doppia fila sua una strada a viabilità primaria. A pochi passi la postazione fissa dei vigili. Ovviamente loro erano concentrati a compilare i verbali delle infrazioni, niente giornale stavolta. Ma il colpo di fortuna è doppio. Dal furgoncino, in pieno giorno, indovinate chi esce? Il nostro amico, l'immancabile attacchino abusivo! Con i suoi bei manifesti era intento a inzuppare la sua sudicia scopa nel suo intruglio colloso sul muro della pubblica piazza. Al che bussiamo al gabbiotto e glielo facciamo notare. Abbiamo provato più volte a segnalare questi malcostumi con scarsi risultati. Quando abbiamo segnalato in diretta un impianto pubblicitario abusivo, dalla medesima postazione procedettero con l'immortale scaricabarile. Pertanto ci aspettavamo che anche questa volta procedessero con l'inutile e tardiva segnalazione via radio al dipartimento competente. Invece no. Prima di tutto ci ringraziano (cosa che apprezziamo) e, inforcato l'elmetto d'ordinanza e preso in mano il fischietto, il vigile inizia a fischiargli dietro. Con inequivocabile mimica sembra volergli dire: "ma che #@$$& stai facendo?";. Al primo fischio il sudicio attacchino capisce subito, avendo la coscienza sporca, e alza la testa. La mimica successiva è ancora più eloquente che sembra volergli dire "smamma!";;. Peccato che non sia stato identificato, ma meglio di niente. Tempo fa non avremmo sperato neanche in questa opera di dissuasione dell'illecito.

Rimpiangiamo solo di non aver tirato fuori il cellulare e aver filmato questa scena. Non ci speravamo proprio di vedere un intervento in diretta contro un attacchino. Chissà se il vigile ha annotato la targa del veicolo in doppia fila. Questo non lo possiamo sapere. Ci speriamo, anche se la distanza era considerevole.

mercoledì 4 gennaio 2012

Lettura consigliata

Liberalizzazioni – “Vi racconto le mie disavventure con i taxi”

 di Alessandro Sala


Niente liberalizzazioni per tutelare la professionalità garantita chi già opera nel settore, a vantaggio anche del cliente e della sicurezza. E’ il succo della lettera del tassista Luciano Galbiati in difesa dei titolari delle auto bianche e delle loro prerogative, pubblicata lunedì sulla Nuvola.
Dopo averla letta mi sono tornati alla mente alcuni miei recenti tragitti in taxi. E i personaggi che di volta in volta stavano al volante: – il tassista che ha guidato dal centro di Milano a Lissone, in Brianza, tenendo in funzione per tutto il percorso il televisore lcd fissato sul lato sinistro del cruscotto (visibile cioè solo a lui, non era un servizio di cortesia per il cliente), sintonizzato sul programma di Alfonso Signorini;
- il tassista che mi ha raccontato orgoglioso di avere rifiutato in segno scherno il pagamento dal cliente che gli aveva chiesto di portarlo “solo” dal terminal 2 al terminal 1 di Malpensa e di avere fatto altrettanto con un altro che gli aveva chiesto un trasporto da Malpensa a Ferno, pochi chilometri più in là, facendogli perdere la fila e la possibilità di incassare una tariffa più sostanziosa (come quella da più di 100 euro che gli si prospettava con il mio trasporto), sostenendo che “certi passeggeri sono una brutta razza, meglio perderli che trovarli”;
- il tassista che, non avendo il pos per il pagamento bancomat/carta di credito, mi ha chiesto di poter maggiorare la cifra (39 euro) di 11 euro per fare cifra tondaperché non ho il resto e tanto se è per lavoro poi le faccio la ricevuta e a lei la rimborsano” (ma al mio rifiuto il resto è magicamente saltato fuori);
- i tassisti che i pagamenti bancomat o carta di credito non li accettano proprio, nonostante si sia nel 2012 (a Riga, in Lettonia, per dire, ho avvisato il tassista che non avevo valuta locale e che avrei potuto pagare solo con carta di credito il breve tragitto dall’hotel alla stazione ferroviaria, sentendomi rispondere che non ci sarebbero stati problemi anche se la tariffa era l’equivalente di meno di 4 euro);
- il tassista che ha puntato sulla A4 e non sulla consueta A8 per il tragitto Malpensa-Brianza (tariffa a tassametro, non flat) infilandosi così in un ingorgo da incidente di cui “mi dispiace tanto, ma nessuno dei miei colleghi mi aveva avvisato (eppure la radio era sintonizzata su una stazione che seguo anche io trasmette le info-traffic ogni mezz’ora);
- il tassista che tornando da Malpensa avrebbe preteso, se non mi fossi opposto, di percorrere una statale tra Busto Arsizio a Monza anziché l’autostrada deserta (era mezzanotte passata) perché il navigatore gps gli suggeriva quell’alternativa come la più veloce;
- il tassista che a Roma ad ogni semaforo (e non solo al semaforo) chattava via Facebook con il suo smartphone; – il tassista che, sempre a Roma, durante una coda, ha abbassato il finestrino e si è messo a discutere per cinque minuti buoni con un collega sulla campagna acquisti della Lazio incuranti entrambi dei rispettivi passeggeri; – il tassista che mi ha ospitato su un’auto con i sedili strappati, pieni di briciole e l’abitacolo dall’aria irrespirabile per l’odore di fumo stagnante.
Non se ne abbia a male, signor Galbiati, ma l’elenco potrebbe continuare. Ci potrei aggiungere anche l’esperienza di un amico manager brasiliano, per la prima volta da solo in Italia e quindi con molti limiti di lingua (lui parla perfettamente inglese e francese, il tassista gli ha detto di conoscere solo l’italiano), chiamato a pagare 200 e non 20 euro per il tragitto Linate-stazione centrale.
Potrei essere stato solo sfortunato, nonostante l’ampia casistica. Ho incontrato anche tassisti seri, ma finché così tanti episodi negativi capitano ad una sola persona diventano un po’ una statistica (personale, sia chiaro) e quindi fa davvero strano sentire parlare di “professionalità”.
Ciò detto, le rivendicazioni sindacali sono sempre legittime. Non entro nel merito, anche se in quanto a tariffe mi si dovrebbe spiegare perché in assenza di quota fissa, valida solo per chi vive nel capoluogo, per un trasporto dagli aeroporti milanesi alla mia abitazione spendo la stessa cifra, e in alcuni casi anche meno, utilizzando un servizio di taxi privato (Ncc), con l’autista sempre gentile e il veicolo di categoria superiore e sempre impeccabile.
Sono d’accordo con Galbiati sul fatto che i taxi debbano essere un «servizio pubblico complementare e di supporto del trasporto pubblico collettivo». Ma mentre all’estero la sensazione è davvero questa (e peraltro le tariffe sono incoraggianti, il taxi non è considerato roba da ricchi), in Italia lo è decisamente meno.

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Più o meno a tutti sono capitate disavventure del genere, altro che poche mele marce! Qua c'è un alone di sfiga nera che perseguita tutta la cittadinanza.

Chi sono gli utenti più indisciplinati a Roma?